"I giudici turchi" di P. Calamandrei - Da un incontro di aggiornamento tenuto dall'Avv.S.Timpanaro

 

 

Osserva crudamente il Guicciardini nei suoi Ricordi che le sentenze dei nostri tribunali, con tutte le cautele processuali che i giuristi hanno escogitato per renderle meno fallaci, riescono ad essere giuste soltanto cinquanta volte su cento, proprio come quelle dei giudici turchi, passate in proverbio per esser rese alla cieca: e par che voglia fare intendere con questo che tutte le cure dedicate dai popoli civili a perfezionare i riti giudiziari sono gettate al vento, e che meglio varrebbe, invece di illuderci nello sperare che la nostra povera logica di creature imperfette riesca mai a trovar la giustizia, seguir l’esempio del buon giudice di Rabelais, che, per essere imparziale, decideva le cause coi dadi.
(P. Calamandrei, Elogio dei giudici scritto da un avvocato, Firenze, Le Monnier, 1959, 4 ^ ed., pag. 8 ).